Perchè piangiamo?

Spesso considerato come segno di debolezza, in realtà piangere è uno strumento molto efficace che abbiamo per comunicare il nostro stato d’animo e gestire lo stress. Quando piangiamo infatti il nostro corpo produce l’ormone ACTH che produce encefaline, che hanno una funzione antidolorifica. Ecco perché quando piangiamo ci sentiamo meglio.  


Piangere svolge inoltre un’essenziale funzione comunicativa: è infatti in grado di sollecitare aiuti. Non dimentichiamo che è inoltre la prima cosa che facciamo quando veniamo al mondo. Ma cosa succede nel nostro cervello quando piangiamo? Quando proviamo un’emozione si attiva l’amigdala, che attiva il sistema nervoso producendo l’acetilcolina, un neurotrasmettitore che attiva il sistema lacrimale.


Piangiamo tutti allo stesso modo? No. Esattamente come per il dolore esiste una soglia (definita soglia di attivazione) superata la quale l’emozione diventa difficile da gestire, e il pianto giunge per sfogare il carico emotivo. Questa soglia varia da persona a persona e nel corso del tempo: stanchezza (fisica ed emotiva) ci portano ad essere più inclini alle lacrime.


Ricordiamoci sempre che si piange quando qualcosa ci tocca: è assolutamente normale essere mossi da ciò che per noi è importante. Spesso non sappiamo come aiutare una persona che piange. La tendenza è quella di fornire una risposta “pratica” al problema di chi ci sta a fianco, il quale però la maggior parte delle volte desidera “semplicemente” sfogarsi e sentirsi accolto. Cerchiamo di stare vicino alla persona che sta soffrendo senza giudicarla. Allo stesso tempo dobbiamo essere comprensivi con chi sta provando ad aiutarci ma non riesce: non può sapere infatti quale emozione sta risuonando in noi producendo le nostre lacrime.

Non resta che armarci di fazzoletti e ricordare: è ok chiedere aiuto.

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