Perchè non dovremmo vedere l’ansia come una nemica

Prendere il buono dall’ansia per non farsi sopraffare (e usarla a nostro vantaggio)

Si, lo so. L’ansia sa essere davvero fastidiosa a volte. E insopportabilmente limitante. Ti accingi a vivere un’esperienza felice ed eccola che arriva all’improvviso a rovinare la festa. E a ben pensarci, neanche troppo all’improvviso: quante volte hai dovuto rinunciato a fare delle cose in modalità preventiva per colpa del suo arrivo (maledetta ansia anticipatoria).
Eppure l’ansia sa essere uno strumento davvero utile per la nostra esistenza. A patto di saperla ascoltare. Per almeno tre motivi, che ti descriverò qui di seguito:


1) L’ansia, alla fine, ti migliora l’esistenza. L’ansia infatti è una reazione naturale ad eventi e/o condizioni di vita che non ci fanno stare bene e che non ci soddisfano. Solo che a volte, nella frenesia di tutti i giorni, facciamo fatica a prendere consapevolezza di ciò. Ed ecco quindi che arriva l’ansia che, con tutto il suo armamentario di reazioni fisiologiche, funge da ottimo campanello d’allarme. E se la ascoltiamo, con un corretto aiuto, è possibile andare a comprendere quali sono quelle situazioni che conducono a questo malessere e, perché no, a modificarle. Ecco allora che l’ansia, acquisendo significato, smette di essere una nemica da combattere ma anzi, un grande alleato per il nostro benessere. L’ansia è come l’amica cinica che senza pietà ti fa notare quando stai per prendere una decisione sbagliata. Fa male, ma se non ci fosse, non potremmo renderci conto delle cose che non vanno.


2) L’ansia è la nostra guardia del corpo personale: ci protegge dalle situazioni a rischio. Nel nostro cervello le aree deputate alla risposta ansiosa si sono evolute perché funzionali all’evitamento del pericolo: sin già dai nostri antichi predecessori, il circuito cerebrale che si attiva quando proviamo ansia si è sviluppato per permettere all’uomo di avere un segnale per fuggire dai pericoli. Solo che oggi non viviamo più nella giungla e non dobbiamo scappare più dai leoni: al loro posto ci sono però situazioni e condizioni in cui potremmo non stare bene (ma in cui facilmente rischiamo di cadere). Ecco quindi che l’evoluzione ha salvato l’ansia: ci serve un sistema in grado di avvisarci quando ci stiamo infilando in una situazione “pericolosa” per il nostro benessere. Quando proviamo ansia infatti nel nostro cervello si attiva l’amigdala, l’area deputata ai meccanismi di fuga dai pericoli. L’amigdala infatti è in grado di distinguere gli stimoli “sicuri” da quelli “non sicuri”, permettendoci quindi di evitare quelli potenzialmente pericolosi, inibendo invece l’innesco della risposta di difesa di fronte a stimoli non pericolosi. Ancora una volta, dare un significato a quest’ansia ci aiuta a riconoscere quali sono quelle situazioni che minacciano il nostro benessere, permettendoci così di trovare un modo per non caderci più. E se non dovessimo riuscire da soli, l’aiuto di un professionista può rivelarsi molto utile.

 


3) Migliora le nostre prestazioni (a patto di non cadere nella trappola della performance senza limite). L’ansia, lo sappiamo bene, produce una serie di reazioni fisiologiche spesso molto difficili da tollerare: cuore che batte, respiro veloce, tremolii etc. Che a ben vedere sono tutte risposte che producono un’attivazione. Una recente ricerca ha mostrato come, a saperla usare, questa attivazione può essere un’ottima fonte di energia per aumentare la motivazione e migliorare le proprie prestazioni. I soggetti infatti che avevano imparato a conoscere e a comprendere la loro ansia (piuttosto che cercare di sopprimerla) erano in grado di raggiungere maggiormente i loro obiettivi. Pensiamo per esempio a quando dobbiamo sostenere una prova d’esame: se non provassimo ansia probabilmente non riusciremmo a prepararci adeguatamente (con una ricaduta notevole sul nostro rendimento). Forse quindi, più che combattere l’ansia (che peraltro lavora da molti più anni di noi e quindi è sicuramente più “esperta”) dovremmo cercare di usarla a nostro vantaggio. E se provi un’ansia così forte al punto da essere un forte fattore di limitazione piuttosto che di aiuto, rivolgiti ad un professionista per affrontarla insieme e farla diventare un superpotere. Il tuo superpotere.


Riferimenti:

Grosso, A., Santoni, G., Manassero, E., Renna, A., & Sacchetti, B. (2018). A neuronal basis for fear discrimination in the lateral amygdala. Nature communications, 9(1), 1-12.

Strack, J., Lopes, P., Esteves, F., & Fernandez-Berrocal, P. (2017). Must We Suffer to Succeed?. Journal of Individual Differences.

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